3 Muffe da premio Nobel per la medicina

Le muffe sono dannose sia per l’edificio che per l’uomo. Possono essere tossiche, causare allergie, asme, dermatiti e, in casi estremi, risultare cancerogene. Eppure esistono dei tipi di muffa che in passato hanno contribuito a modificare il corso degli eventi, portando innovazioni così rivoluzionarie nel campo della medicina da valere premi Nobel.

Premio Nobel per la medicina

Il primo antibiotico della storia

Penicillium Notatum
Sono state le spore di una muffa, la Penicillium Notatum, a far scoprire al professore Alexander Fleming, ora riconosciuto come un personaggio rivoluzionario del mondo della medicina, che fosse possibile sconfiggere gravi malattie come polmonite, gonorrea e difterite.

Ma solo circa dieci anni dopo, nel 1939, Howard Florey ed Ernst Chain, forti della scoperta di Fleming, isolarono l’elemento attivo: la penicillina, una secrezione della muffa. La scoperta, dando il via ad una nuova era per la farmacoterapia moderna, valse ai tre scienziati il premio Nobel per la medicina.

Una muffa contro la tubercolosi

Streptomyces griseus
Anche la muffa che cura la tubercolosi è valsa a chi ne ha scoperto un potente utilizzo in campo medico, il premio Nobel per la medicina. Si tratta del dottor Selman Waksman e del suo studente Albert Schatz, che nel 1944 realizzarono che la Streptomyces griseus, una muffa che vive sui muri, producesse naturalmente la streptomicina, il primo antibiotico efficace contro la tubercolosi. A questa scoperta, aiutando a sconfiggere la malattia, viene associato l’inizio dell’era moderna della tubercolosi. I farmaci sviluppatisi successivamente contribuirono a ridurre ulteriormente i casi della malattia.

Una muffa per lo studio del DNA

Neurospora crassa
La muffa Neurospora crassa, che si forma nel pane, fornì ai genetisti George W. Beadle ed Edward L. Tatum i mezzi per analizzare il DNA. Gli studiosi americani, studiando la muffa del pane lasciata crescere in un terreno di coltura minimo dal punto di vista nutrizionale, produssero mutazioni di geni o componenti del DNA, che diedero il via alla scoperta della correlazione fra geni e tratti genetici che, diventata famosa come l’ipotesi “un gene, un enzima”, valse ad entrambi il premio Nobel per la medicina nel 1958.

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