L’esposizione alla muffa può comportare effetti negativi sulla salute. Dermatiti, affaticamento fisico, difficoltà di concentrazione sono tra i sintomi causati dall’esposizione alla muffa. Tra i più comuni ci sono le allergie respiratorie.
Si stima (fonte Fondazione Serono) che il sistema immunitario sia sensibilizzato da allergeni correlati alle muffe in circa il 10% della popolazione. Per allergeni correlati alle muffe si intendono le spore delle muffe, contenute a milioni negli ambienti in cui sono presenti le muffe. Si tratta di minuscole particelle estremamente resistenti che, a determinati livelli di temperatura ed umidità, danno luogo alle formazioni di muffa. Se una persona con un sistema immunitario che reagisce agli allergeni delle muffe inala le spore il suo sistema immunitario risponde sviluppando una reazione allergica.
Diagnosticare un’allergia alla muffa non è facile. A differenza dell’allergia da pollini, per esempio, quella alla muffa non è legata ad una specifica stagione. Inoltre in molti casi chi è allergico alle muffe è sensibile anche ad altri allergeni nell’aria, come i pollini. La raccolta di campioni prelevati negli ambienti in cui il soggetto vive e/o lavora, e loro analisi, seppur non semplice, può essere d’aiuto per la diagnosi.
Per la diagnosi dell’allergia alla muffa si consiglia di rivolgersi al proprio medico di base che sarà in grado di indicare l’esame più adeguato da effettuare.
Fino a Marzo 2017 era necessario ricorrere ad una visita specialistica per farsi prescrivere dei test allergologici, invece con l’introduzione dei nuovi LEA - Livelli Essenziali di Assistenza - (pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 18 marzo 2017) sono i medici di base a poterli prescrivere.
La strada più seguita consiste nell’eseguire una serie di accertamenti e sottoponendo il soggetto allergico a prove cutanee o analisi del sangue come:
- Il prick test. Il prick test, in italiano “prova cutanea della puntura”, consiste nell’applicare una goccia dell’allergene sulla pelle del soggetto allergico e poi pungere la zona con un ago.
- Il patch test. Il patch test, in italiano “prova del cerotto” consiste nell’applicare sulla pelle del soggetto allergico un cerotto su cui sono state applicate le sostanze in grado di indurre reazioni allergiche.
- Il RAST. Il RAST, Radio-AllergoSorbent Test, in italiano “prova di radio-assorbimento per allergie” è un esame del sangue che ricerca gli anticorpi che si attivano quando si entra in contatto con un allergene e determina la sensibilità del soggetto allergico all’esposizione con l’allergene.
Le informazioni contenute in questo post sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.