La muffa in un appartamento in affitto. Cosa dice la legge

Ambienti umidi e presenza di grandi quantità di muffa in un appartamento in affitto, se dipendenti da vizi strutturali (e non da danni causati dal locatario) costituiscono un vizio grave dell’immobile, riconosciuto dalla legge malsano e inadeguato all’uso abitativo pattuito. Il locatario ha quindi diritto di chiedere il risarcimento danni e la risoluzione immediata del contratto di affitto.

La muffa in un appartamento in affitto

La legge italiana si esprime in merito attraverso il Codice Civile e la Corte di Cassazione. Vediamo in che termini.

Appartamenti in affitto e muffa: il Codice Civile

L’articolo 1578 del Codice Civile (Vizi della cosa locata), in caso di presenza di umidità e muffa in una casa in affitto, autorizza il locatario a richiedere la risoluzione del contratto. Vizi come l’umidità e la muffa, infatti, sono riconosciuti “diminuire in modo apprezzabile l’idoneità all’uso pattuito”. L’articolo 1578 del Codice Civile stabilisce anche che “il locatore è tenuto a risarcire al conduttore (locatario n.d.r.) i danni derivati da vizi della cosa”.

Quindi nel caso in cui si rilevino ingenti quantità di muffa sulle pareti di casa che non dipendano da difetti strutturali, il locatore è considerato responsabile ed è chiamato a rispondere dei danni subiti dai locatari.

Infatti, come specificato nell’articolo 1575 del Codice Civile (Obbligazioni principali del locatore), il locatore è tenuto a “consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione; mantenerla in stato da servire all’uso convenuto; garantirne il pacifico godimento durante la locazione”.

Nel caso in cui la muffa sia presente al momento della stipula del contratto (ed il vizio non è stato dichiarato o non era immediatamente riconoscibile) il locatore verrebbe meno al primo punto, mentre nel caso in cui la muffa si presenti successivamente, verrebbero meno i due punti successivi. Infatti se la muffa è presente in grandi quantità, l’appartamento in affitto non risulterebbe più adeguato all’uso abitativo e il locatario non ne potrebbe godere pacificamente.

In questi casi quindi il locatario può chiedere la risoluzione del contratto di affitto.

Appartamenti in affitto e muffa: la Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è già espressa in merito. Con la sentenza n.20346/2010 definisce la presenza di muffa un “deterioramento rilevante” e afferma che se l’immobile è affetto da umidità il giudice può decretare il risarcimento danni (dovuti all’ammuffimento dei suppellettili) in favore dell’inquilino a carico del proprietario.

Con la sentenza n.915/1999, la Corte di Cassazione ha confermato che il locatore è tenuto a risarcire l’affittuario anche per i danni alla salute che la muffa gli ha causato durante l’utilizzo dell’immobile locato.

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